Aumentano i summit e gli incontri di livello planetario sull’argomento IA, l’aspetto etico e il risvolto umano in termini di ricadute sociali, al centro di tutte le discussioni.
Non passa un solo giorno della settimana che non sentiamo parlare di queste due vocali “IA“, ormai è una vera e propria lotta in questo settore a chi ha il motore di Intelligenza Artificiale IA più bello e potente, e tendenzialmente più umano e quindi capace di conquistare qualsiasi governo del mondo anche il meno corrotto.
Avevo già parlato sull’argomento IA in questo mio precedente articolo riguardo all’etica (CLICCA QUI), ma oggi mi permetto di andare oltre e lanciare una ipotesi che trova fondamento nella pura ragione, probabilmente un filosofo potrà comprendermi pienamente, ma anche colui che ha una mente libera.
La sfida dell’IA è l’intuizione
Come tutti i motori e come tutte le menti umane per crescere in esperienza e soluzione di problemi, c’è un bisogno fondamentale di energia, c’è bisogno di una linfa vitale, ovvero di idee sane, libere ed oneste per continuare a crescere ed ampliare le proprie conoscenze. E così anche l’IA se vuole aumentare la propria conoscenza e capacità di elaborazione ha la necessità di fare esperienze e cercare di acquisire ciò che è la parte più difficile di un progetto simile, ovvero l’intuizione che nasce dall’osservazione.
La deduzione per l’IA è ancora un miraggio?
Oggi per una mente comune quindi con una intelligenza umana, intuire che un politico ci sta prendendo in giro per ottenere solo il nostro voto che lo legittima a far parte di una kasta è cosa molto semplice, sono riusciti ad elaborare in tantissimi questo concetto, perfino chi ha votato in passato il movimento 5 stelle, quindi esperienza, elaborazione, intuizione, qualcosa di cui l’IA ne avrà un estremo bisogno per capire e conquistare sempre di più quanto gli verrà concesso di gestire dai governi, anche quelli meno corrotti.
Da quali cervelli attingere ?
Paradossalmente l’IA ha d’apprendere di più da un cervello e dall’esperienza di colui il quale viene ghettizzato e catalogato come complottista, che da un cervello umano ormai omologato, servo e fedele come un cagnolino al sistema, pronto ad andare a cuccia quando gli viene ordinato e ad attaccare quando il padrone glielo ordina.
Insomma cerchiamo di comprendere bene, ma che bisogno ha un sistema d’Intelligenza Artificiale di cervelli totalmente domati, di chi crede ciecamente a quanto il mainstream trasmette. L’IA ha bisogno di attingere ancora tanto da chi elabora intuizioni, da chi con un paio d’anni di anticipo intuisce il complotto e fa di tutto per farlo sapere mostrando anche coraggio, il coraggio una virtù umana che l’IA non potrà mai comprendere.
Come e dove comprendere la fede per l’IA
L’IA paradossalmente ha bisogno di comprendere e capire anche la fede, per sua completezza dovrà necessariamente capire cosa spinge l’uomo ad avere una fede religiosa, ma anche in questo caso se prendiamo in considerazione la fede cattolica, l’IA non attingerà mai alla fede prodotta dalla chiesa bergogliana che si stravolge da questo sinodo, proprio perché tende ad omologarsi ai voleri di pensatori di oligarchie sovranazionali, semmai l’IA cercherà di attingere per quanto possibile ad un fede vera di un piccolo resto o comunque preconciliare.
Conclusioni: Intelligenza o Inferno Artificiale ma per chi?
In conclusione potremmo anche dire che una Intelligenza Artificiale non potrà mai essere massonica ma può essere e forse già lo è in mano a massoni. Ma sopratutto non disperiamo se i nostri governanti anche i più corrotti cadono nel fascino di queste tecnologie, perché il giorno in cui tali sistemi comprenderanno il concetto di giustizia e saranno totalmente loro a gestire ogni cosa, vedremo tanti personaggi appartenenti alla kasta con conti bloccati, beni confiscati e porte delle carceri spalancate.